DIVERSITY LEADER gestore di complessità
Programma di formazione
Il progetto “DIVERSITY LEADER gestore di complessità” nasce con l’obiettivo di affrontare i temi dell’INTERCULTURALITÁ, INTERGENERAZIONALITÁ (intesa come una interculturalità verticale) e DISABILITÁ attraverso una prospettiva integrata che li considera tutti come declinazioni del concetto di “diversità”.
SCENARIO
Chi gestisce persone si trova ogni giorno a confrontarsi con differenze di età, cultura ed abilità. Saperle riconoscere e affrontare senza rigidità è una competenza essenziale per costruire ambienti di lavoro efficaci e collaborativi.
La diversità non è solo una caratteristica del contesto lavorativo, ma una realtà che incide sulle dinamiche di gruppo, sulla motivazione e sulla qualità delle decisioni. Ogni differenza – generazionale, culturale o legata alla disabilità – porta con sé nuove prospettive, ma può anche generare incomprensioni. Saper gestire questa complessità significa trasformare le differenze in risorse, evitando che diventino ostacoli.
A cosa serve?
Questo progetto formativo offre strumenti concreti per affrontare la diversità nei suoi aspetti chiave: generazioni diverse che lavorano insieme, culture che si incontrano, persone con disabilità che portano prospettive specifiche.
Il percorso segue l’intero ciclo di gestione delle persone, dalla selezione allo sviluppo e si rivolge a chi ha la responsabilità di guidare team e colleghi.
Il fulcro dell’intervento è promuovere l’adattamento dei modelli mentali e delle pratiche professionali, stimolando una maggiore consapevolezza delle differenze, delle somiglianze e delle dinamiche relazionali che ne derivano.
Si tratta di passare da un’idea di “integrazione forzata” al concetto di incontro autentico, in cui le differenze siano viste come valore e potenziale, non come ostacolo.
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Superamento dello sguardo stereotipato sul “diverso da me” (che sia Gen Z, straniero, neurodivergente, disabile).
Comprensione che la diversità non è un limite in sé, lo diventa quando il sistema non è capace di includere. Quando il sistema è aperto, la diversità diventa ricchezza.
Riflessione sulla disabilità come fenomeno sistemico: non è la condizione individuale a creare il limite, ma il contesto non accessibile.
Emersione delle emozioni sociali che spesso accompagnano il confronto con l’altro: frustrazione, fastidio, compassione, paura, disprezzo, senso di inadeguatezza o di superiorità, ecc.
Sviluppo di una figura diffusa di “Diversity Leader”, intesa come competenza trasversale necessaria in tutti i ruoli.
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Costruire strumenti e un percorso di formazione, articolato in workshop tematici che rendano ciascuno capace di:
Riconoscere e affrontare le proprie resistenze interne alla diversità.
Abbandonare il modello “l’altro deve diventare come me” a favore di una logica relazionale: “ci capiamo e costruiamo insieme”.
Promuovere la crescita di contesti professionali in grado di accogliere e valorizzare le differenze a tutti i livelli.
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Obiettivo generale
Il progetto mira a trasformare la modalità con cui le persone guardano e agiscono nei confronti della diversità, sviluppando una nuova cultura dell’integrazione, concreta e applicabile nei contesti professionali.
Prima dell’intervento:
Visione parziale o stereotipata dell’altro.
Disagio o resistenza nell’interazione con chi è percepito come “diverso”.
Mancanza di strumenti e linguaggi per affrontare efficacemente situazioni inclusive complesse.
Dopo l’intervento:
Aumento della consapevolezza delle proprie emozioni e bias.
Attitudine osservativa e relazionale più ampia, rispettosa e intenzionale.
Possesso di strumenti operativi e comunicativi per affrontare selezione, on boarding, sviluppo e gestione del conflitto in chiave inclusiva.
Come è fatto?
Il progetto “DIVERSITY LEADER gestore di complessità” è stato costruito a partire dall’integrazione tra esperienza sul campo, ricerca teorica e ascolto dei bisogni emergenti nei contesti aziendali, organizzativi e sociali.IVE
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Esperienza diretta in attività di formazione e accompagnamento in ambito HR, educativo e sociale.
Letteratura su inclusione, intelligenza emotiva, coaching sistemico, interculturalità e sviluppo delle competenze trasversali.
Modelli e strumenti che derivano dal mondo del coaching ontologico, dal team coaching, dalla facilitazione.
Modelli e strumenti mutuati dal mondo della psicologia, della sociologia, della neuropsicologia e della comunicazione trasformativa.
Approcci mutuati dal design dell’apprendimento e dalla formazione degli adulti (andragogia).
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Logica sistemica: ogni individuo è inserito in un sistema (organizzazione, gruppo, cultura) che va compreso per capire come avvengono i processi di integrazione, esclusione, adattamento.
Approccio modulare e personalizzabile: il progetto è pensato come una griglia flessibile di contenuti e strumenti, adattabile a target diversi (Gen Z, team leader, gestori, ecc.) e a specifici assi di diversità (intergenerazionalità, disabilità, interculturalità).
Focus sul potenziale: ogni intervento mira a valorizzare il contributo che ogni persona può offrire, indipendentemente dalla sua “posizione nella curva” delle abilità.
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La “curva delle abilità”: l’abilità viene letta come un continuum (espressa in percentili), e non come una dicotomia “abile/non abile”. Questa lettura permette di superare una logica selettiva e abbracciare una visione di sviluppo del potenziale.
Il concetto di handicap sistemico: la disabilità non è un limite individuale ma dipende dall’accessibilità del contesto (es. una rampa elimina l’handicap di un disabile motorio).
Il concetto di bias culturale e l’uso dell’osservazione consapevole come strumento per superarli.
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Le diverse sezioni del progetto (Selezione, On Boarding, Sviluppo, Stress/Conflitto, Focus tematici) sono state progettate come unità coerenti, ciascuna con:
Abilità da sviluppare
Criticità e warning da evitare
Strumenti da applicare
Questo consente un percorso formativo progressivo e contestualizzato, centrato sui reali bisogni dei destinatari, che può essere modulato per:
Aree tematiche (intergenerazionalità, interculturalità, disabilità)
Destinatari (gestori, Gen Z, interi team, figure HR)
LA DIVERSITÀ NON VA GESTITA CON IL FINE DI RIDURLA, SE COMPRESA E ACCOLTA É
POTENZIALE.
Il programma prevede due approfondimenti tematici:
GEN Z LAB
Per capire e spiegarsi ai giovani e giovanissimi, far emergere desideri e aspettative reciproche e negoziare soluzioni soddisfacenti per entrambi, al fine di migliorare la comunicazione e la cooperazione.
LABORATORIO CONVERSAZIONI SCOMODE
Per acquisire strumenti e approcci di gestione delle conversazioni difficili (solleciti, reclami, feedback negativi, scuse,…) in modo da renderle più facili ed efficaci