COMPLEXITY TRAINED LEADER

agente di inclusione

É un programma formativo che fornisce strumenti concreti per affrontare la complessità prodotta da persone con disabilità che portano prospettive specifiche, generazioni diverse che lavorano insieme, culture che si incontrano.

Il progetto “COMPLEXITY TRAINED LEADER agente di inclusione” si sviluppa su 3 linee DISABILITÁ, INTERGENERAZIONALITÁ  e INTERCULTURALITÁ attraverso una prospettiva integrata che li considera tutti come declinazioni del concetto di “diversità”.

SCENARIO

Chi gestisce persone si trova ogni giorno a confrontarsi con differenze di età, cultura ed abilità. Saperle riconoscere e affrontare senza rigidità è una competenza essenziale per costruire ambienti di lavoro efficaci e collaborativi. 

La diversità non è solo una caratteristica del contesto lavorativo, ma una realtà che incide sulle dinamiche di gruppo, sulla motivazione e sulla qualità delle decisioni. Ogni differenza – legata alla disabilità, generazionale o culturale – porta con sé nuove prospettive, ma può anche generare incomprensioni. Saper gestire questa complessità significa trasformare le differenze in risorse, evitando che diventino ostacoli. 

Il percorso segue l’intero ciclo di gestione delle persone, dalla selezione allo sviluppo e si rivolge a chi ha la responsabilità di guidare team e colleghi. 

Il fulcro dell’intervento è promuovere l’adattamento dei modelli mentali e delle pratiche professionali, stimolando una maggiore consapevolezza delle differenze, delle somiglianze e delle dinamiche relazionali che ne derivano.

Si tratta di passare da un’idea di “integrazione forzata” al concetto di incontro autentico, in cui le differenze siano viste come valore e potenziale, non come ostacolo.

Come funziona?

    • Superamento dello sguardo stereotipato sul “diverso da me” (che sia Gen Z, straniero, neurodivergente, disabile).

    • Comprensione che la diversità non è un limite in sé, lo diventa quando il sistema non è capace di includere. Quando il sistema è aperto, la diversità diventa ricchezza.

    • Riflessione sulla disabilità come fenomeno sistemico: non è la condizione individuale a creare il limite, ma il contesto non accessibile.

    • Emersione delle emozioni sociali che spesso accompagnano il confronto con l’altro: frustrazione, fastidio, compassione, paura, disprezzo, senso di inadeguatezza o di superiorità, ecc.

    • Sviluppo di una figura diffusa di “Diversity Leader”, intesa come competenza trasversale necessaria in tutti i ruoli.

  • Costruire strumenti e un percorso di formazione, che rendano ciascuno capace di:

    1. Riconoscere e affrontare le proprie resistenze interne alla diversità.

    2. Abbandonare il modello “l’altro deve diventare come me” a favore di una logica relazionale: “ci capiamo e costruiamo insieme”.

    3. Promuovere la crescita di contesti professionali in grado di accogliere e valorizzare le differenze a tutti i livelli.

Come è fatto?

Il progetto “COMPLEXITY TRAINED LEADER gestore di complessità” è stato costruito a partire dall’integrazione tra esperienza sul campo, ricerca teorica e ascolto dei bisogni emergenti nei contesti aziendali, organizzativi e sociali.

    • Esperienza diretta in attività di formazione e accompagnamento in ambito HR, educativo e sociale.

    • Letteratura su inclusione, intelligenza emotiva, coaching sistemico, interculturalità e sviluppo delle competenze trasversali.

    • Modelli e strumenti che derivano dal mondo del coaching ontologico, dal team coaching, dalla facilitazione.

    • Modelli e strumenti mutuati dal mondo della psicologia, della sociologia, della neuropsicologia e della comunicazione trasformativa.

    • Approcci mutuati dal design dell’apprendimento e dalla formazione degli adulti (andragogia).

    • Logica sistemica: ogni individuo è inserito in un sistema (organizzazione, gruppo, cultura) che va compreso per capire come avvengono i processi di integrazione, esclusione, adattamento.

    • Approccio modulare e personalizzabile: il progetto è pensato come una griglia flessibile di contenuti e strumenti, adattabile a target diversi (Gen Z, team leader, gestori, ecc.) e a specifici assi di diversità (intergenerazionalità, disabilità, interculturalità).

    • Focus sul potenziale: ogni intervento mira a valorizzare il contributo che ogni persona può offrire, indipendentemente dalla sua “posizione nella curva” delle abilità.

    • La “curva delle abilità”: l’abilità viene letta come un continuum (espressa in percentili), e non come una dicotomia “abile/non abile”. Questa lettura permette di superare una logica selettiva e abbracciare una visione di sviluppo del potenziale.

    • Il concetto di handicap sistemico: la disabilità non è un limite individuale ma dipende dall’accessibilità del contesto (es. una rampa elimina l’handicap di un disabile motorio).

    • Il concetto di bias culturale e l’uso dell’osservazione consapevole come strumento per superarli.

Cosa ci aspettiamo che cambi

Obiettivo generale

Il progetto mira a trasformare la modalità con cui le persone guardano e agiscono nei confronti della diversità, sviluppando una nuova cultura dell’integrazione, concreta e applicabile nei contesti professionali.

PRIMA DELL’INTERVENTO

  • Visione parziale o stereotipata dell’altro.

  • Disagio o resistenza nell’interazione con chi è percepito come “diverso”.

  • Mancanza di strumenti e linguaggi per affrontare efficacemente situazioni inclusive complesse.

DOPO L’INTERVENTO

  • Aumento della consapevolezza delle proprie emozioni e bias.

  • Attitudine osservativa e relazionale più ampia, rispettosa e intenzionale.

  • Possesso di strumenti operativi e comunicativi per affrontare selezione, on boarding, sviluppo e gestione del conflitto in chiave inclusiva.

Il programma prevede due approfondimenti tematici:

GEN Z LAB

Per capire e spiegarsi ai giovani e giovanissimi, far emergere desideri e aspettative reciproche e negoziare soluzioni soddisfacenti per entrambi, al fine di migliorare la comunicazione e la cooperazione.

LABORATORIO CONVERSAZIONI SCOMODE

Per acquisire strumenti e approcci di gestione delle conversazioni difficili (solleciti, reclami, feedback negativi, scuse,…) in modo da renderle più facili ed efficaci.