Una bella storia
Ieri correvo da un cliente quando ho incrociato mio figlio e i suoi amici autistici. Erano appena usciti dal museo di fotografia: erano li per una mostra. Si sono appassionati di fotografia. Con loro c’erano gli educatori. Bravi educatori. Li vedo sollecitare la curiosità, aprire spazi di scoperta, trattare i loro clienti ("ragazzi", stavo per scrivere, ma Piero, per dirne uno, ha 63 anni) come persone con limiti, certo, ma anche con passioni e talenti. Come tutti. Io li ammiro.
Sento parlare nelle aziende di miglioramento continuo, di superamento dei limiti, vedo scale di valutazione in cui la norma è superare le aspettative e mi sembra una corsa impazzita verso non ho capito bene cosa.
Poi mi giro di qua e vedo Gualtiero che senza proclami sta accanto a Gianni mentre scende maldestramente le scale, vicino, presente, pronto ad acchiapparlo se dovesse scivolare, ma senza dargli la mano. "Vai", gli dice, "lo sai fare". E lui va.
Vedere questo mi ha fatto pensare al micromanagement, al macromanagement, alla leadership, allo sviluppo del potenziale, all’engagement, …sapete come continuare.
Perché lo scrivo? non lo so, forse perché in fondo ci riguarda tutti, forse solo perché è una bella storia e le belle storie vanno sempre condivise.